martedì 17 aprile 2018

Comprare sfuso e alla spina: i benefici di una spesa ecologica

     I tipici prodotti venduti oggi si presentano al pubblico con più o meno le stesse caratteristiche: confezioni coloratissime, carine alla vista, dalle forme simpatiche, accattivanti, con slogan coinvolgenti. In una società basata sull’apparire questo è il minimo.

     Il fatto è che quasi sempre dietro quelle confezioni così attraenti si nascondono prodotti realizzati da aziende che incidono pesantemente sull’aumento dell’inquinamento dell’ambiente. Questo inquinamento, di cui tutti alla fine risentiamo (anche se non ci sembra), avviene in virtù di due ragioni principali: la prima è il processo con cui viene realizzato il prodotto stesso, sia esso un prodotto alimentare o un detersivo o un detergente, che prevede l’uso di fertilizzanti o altre sostanze chimiche che l’ambiente non riesce ad assorbire bene e che spesso le aziende non si preoccupano di smaltire, portando a forti forme di inquinamento della terra e dell’acqua; la seconda riguarda la produzione delle plastiche che occorrono per i contenitori e gli imballaggi e per le quali vengono immesse nell’aria grandi quantità di anidride carbonica (CO2).


     I più tra noi sono così assuefatti a questo sistema da accettare l’idea che esso sia inevitabile, che non possa funzionare diversamente, nonostante non sia un sistema sostenibile perché, di fatto, sta facendo letteralmente morire il pianeta. Per produrre beni per l’enorme numero di umani sulla Terra vengono usati processi non ecosostenibili che per avvenire sottraggono risorse al pianeta e rompono gli equilibri naturali con cui tutta la natura funziona. E noi, che dipendiamo dalla natura per vivere, dovremmo ben comprendere l’importanza di tutto ciò.


     Eppure l’alternativa esiste eccome ed è anche più variegata di quello che si potrebbe pensare. La soluzione sono i prodotti alla spina e quelli sfusi ed è, se vogliamo, un ritorno al passato genuino dei nostri nonni: alcuni decenni fa, infatti, la spesa avveniva in piccoli negozi dove si comprava sfuso e si prelevava la quantità che serviva, senza essere costretti a comprare megaconfezioni dalle dimensioni predefinite. Era un modo più sano di acquistare.


     I prodotti alla spina sono oggi sempre più diffusi e cominciano a comparire anche in alcuni supermercati, oltre che nelle botteghe di commercio equosolidale.
     Il meccanismo è semplicissimo: il cliente preleva da un contenitore o erogatore la quantità di merce che desidera portando con sé un contenitore apposito o comprandone uno in loco una tantum che poi potrà riutilizzare. Il costo dipende dalla quantità di merce acquistata.
     Stop. Semplicissimo!


     Ma quali sono i vantaggi di questo modo più razionale di fare la spesa?
     Vediamoli uno per uno.

1. Si riduce la quantità di rifiuti immessi nell’ambiente
     Il fatto che i flaconi siano riutilizzabili scoraggia dal gettare via contenitori vecchi per ricomprarne (e quindi farne produrre) di nuovi. La plastica, tra l’altro, è difficilissima da smaltire e anche riciclarla non è semplice. Il riutilizzo è quindi molto più efficace del riciclo.

2. Si riduce l’inquinamento dell’aria
     Come detto sopra, la plastica necessaria per i contenitori e gli imballaggi immette nell’atmosfera la CO2, responsabile ormai acclarato dell’innalzamento della temperatura media del pianeta, che a sua volta ha provocato sconvolgimenti del clima tuttora in corso che portano alla rottura degli equilibri interni dell’ecosistema e ostacolano l’esistenza di molte specie animali e vegetali e, di conseguenza, riducono la possibilità di coltivare intere aree del pianeta, con conseguenti crisi alimentari, sociali, migrazioni e guerre. Coi prodotti sfusi e alla spina non ci sono imballaggi e il contenitore viene riutilizzato: questo scoraggia la produzione di nuove plastiche e abbassa la concentrazione di CO2. Inoltre anche le acque vengono preservate dall’inquinamento: moltissimi rifiuti finiscono infatti in mare e incidono sugli ecosistemi marini, danneggiandoli e facendo morire moltissimi animali.

3. I prodotti sono più sani
     Le materie prime per produrre alimenti o detersivi alla spina sono ottenuti con metodi biologici, ovvero senza ricorrere ad abusi di sostanze chimiche che “forzano” i ritmi di crescita e che inquinano le falde acquifere e il terreno. Le sostanze usate sono di origine per lo più vegetale, molte aziende non compiono sperimentazioni su animali e tutto è ottenuto in modo naturale, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente. In tal modo i prodotti alla spina si configurano come prodotti sani e rispettosi della salute del consumatore, oltre che dell’ecosistema.

4. Si riducono gli sprechi
     Il consumatore può scegliere liberamente quanto prodotto prelevare, comprando esattamente la quantità che gli occorre. A chi di noi infatti non è capitato di dover gettare un vasetto di marmellata con la muffa, dimenticata in un angolo? O di doversi disfare di frutta andata a male o di latte scaduto? Sono sprechi che coi prodotti alla spina possono essere evitati.

5. Ci si educa alla consapevolezza dei propri consumi
     Dovendo scegliere la quantità desiderata, il consumatore è infatti portato a riflettere su quanto consuma e in tal modo si rende conto in maniera più lucida dei suoi reali bisogni, oltre che del suo impatto sull’ambiente. Questa è una forma di sensibilità che abbiamo perso nel tempo a causa della “comodità” (che poi è inconsapevolezza) che gli acquisti dei preconfezionati sembrano fornire.

     Ecco quindi che comprare alla spina si configura come un modo intelligente di fare la spesa: chi compra alla spina non lo fa inoltre solo per un senso di dovere morale, non solo per semplice amore dell’ecologia. Esiste una motivazione anche più concreta ed è questa: aver compreso che la salute dell’ambiente coincide in ultima analisi la nostra salute; che da quell’ambiente noi traiamo il cibo che mangiamo e le materie prime per costruire gli oggetti che ci servono; che esso è la nostra casa: e prendersi cura della propria casa significa assicurarsi le condizioni per una vita di buona qualità, che è la prima lezione che l’uomo primitivo imparò quando smise di vivere da selvaggio e iniziò a civilizzarsi.


di Aniello Calabrese